Il ruzzolone è un gioco originale ed interessante, che richiede un’attrezzatura modesta: una ruzzola (un disco di legno di 26 cm di diametro 6 cm di spessore, in media, e un peso variabile in base alla categoria di appartenenza del giocatore) ed una fettuccia di canapa con il suo rocchetto di legno. E’ diffuso nelle zone dell’Appennino tosco-emiliano e nelle montagne dell’Italia centrale e conta, attualmente, circa un migliaio di giocatori; ha un’origine incerta, anche se alcuni documenti del XV e XVII secolo testimoniano che esso veniva praticato servendosi di un formaggio o di un disco di legno. C’è chi, addirittura, lo fa risalire agli Etruschi; esso fu menzionato da Galielo Galilei, celebrato da Giuseppe Gioacchino Belli nel sonetto ‘Er gioco de la ruzzica’ e ricordato da Gabriele D’Annunzio. Si pratica su appositi percorsi chiamati treppi che prevedono un punto di partenza ed uno di arrivo; per valorizzare il virtuosismo dei giocatori, inoltre, su ogni treppo sono fissati dei pali, detti biffi, posti in punti diversi del terreno in modo tale da rendere ancora più tecnico il lancio che, di solito, deve coprire un percorso complessivo di cinque-seicento metri. La partenza può essere effettuata dal giocatore stando fermo o prendendo la rincorsa; il percorso di gara può essere concluso con un numero imprecisato di lanci, purché si passi attraverso i biffi e la competizione è vinta dal concorrente che, a parità di lanci con l’avversario, spinge la ruzzola più lontano dalla linea di traguardo. Il ruzzolone racchiude in sé numerosi aspetti positivi: prevede infatti un’attività fisica notevole, una partecipazione di gruppo, non necessita di particolare attrezzatura, si svolge all’aperto non alterando l’ambiente in cui è praticato ma, anzi, favorendo il rapporto tra uomo e natura. Per gli abitanti della montagna il gioco del lancio del ruzzolone era uno dei passatempi principali, praticato soprattutto durante la Quaresima, quando per rompere la monotonia ci si incontrava spesso in un campo o lungo una strada a lanciare una forma ben secca o il ruzzolone di legno; chi vinceva si assicurava la forma stessa oppure uova sode e vin brulé e, talvolta, denaro. Il più delle volte le gare avvenivano in una giornata festiva o di mercato e spesso coinvolgevano giocatori di paesi vicini. Il primo campionato provinciale di lancio del ruzzolone avvenne a Zocca nel 1927 su iniziativa del dottor Natale Mascagni, durante la prima domenica di settembre lungo via Roma, la strada che da Zocca conduce a Verucchia; con lo scoppio del secondo conflitto mondiale il gioco fu abbandonato per riprendere, con scarsa partecipazione, nel 1947 su iniziativa di Fernando Lenzi di Zocca, a cui sono intitolati i treppi posti in località San Giacomo, inaugurati nel 2004. Il primo gruppo di lanciatori di ruzzolone nacque a Zocca nel 1967 ed era composto da 33 tiratori; con il tempo i regolamenti locali si uniformarono per consentire la partecipazione anche ai campionati nazionali e si diede l’avvio all’insegnamento di questa disciplina tra i giovani delle scuole medie inferiori, tanto che nel 1984 si svolsero i primi Giochi della gioventù del lancio del ruzzolone. Oggi il gioco del lancio del ruzzolone è coordinato dalla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali (FIGeST), che mira a promuovere la conoscenza e la divulgazione dei valori tradizionali, agonistici e formativi degli sport autenticamente popolari e tradizionali.